La Parola è Vita

Atti 24:12-24 La Parola è Vita (PEV)

12. Nessuno mi ha mai visto provocare rivolte, né alla sinagoga, né per le strade della città.

13. Perciò questi uomini non possono provarti le cose di cui ora mi accusano.

14. Una cosa, però, devo confessare, e cioè che credendo nella via della salvezza, in quella dottrina che essi chiamano setta, io servo il Dio dei nostri antenati. Io credo a tutte le cose che sono scritte nei libri di Mosè e dei profeti.

15. Proprio come i miei accusatori, credo anchʼio che ci sarà una resurrezione, sia dei giusti che deglʼingiusti.

16. Per questo faccio sempre del mio meglio per mantenere la mia coscienza pulita, sia davanti a Dio che davanti agli uomini.

17. Dopo parecchi anni dʼassenza, sono tornato a Gerusalemme per portare un poʼ di denaro per aiutare i Giudei e per offrire dei sacrifici a Dio.

18. Mentre stavo appunto offrendo questi sacrifici,

19. cʼerano nel tempio alcuni Giudei della provincia dʼAsia; ma non si era riunita gente, né cʼerano disordini di sorta. Eventualmente, sarebbe toccato a loro presentarsi da te per accusarmi, se avevano qualcosa contro di me.

20. Oppure, lo dicano questi che sono qui ora, se il loro tribunale mi ha trovato colpevole di qualche reato.

21. A meno che non mi attribuiscano come colpa lʼunica cosa che ho detto fra loro, e cioè: “Oggi io vengo processato, perché credo alla resurrezione dei morti!”»

22. Felice, che era molto bene informato sulla fede cristiana, rimandò il processo allʼarrivo del tribuno Lisia. «Quando arriverà Lisia, esaminerò a fondo questo caso», disse.

23. Poi ordinò al centurione di portare Paolo in prigione, dando disposizioni, però, di lasciargli qualche libertà e di non impedire ai suoi amici di fargli visita e di portargli dei doni, per rendergli meno dura la prigione.

24. Alcuni giorni dopo, Felice venne con Drusilla, sua moglie, che era giudea. Mandarono a chiamare Paolo e stettero ad ascoltarlo, mentre parlava della fede in Gesù Cristo.