Matteo

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Giovanni Diodati Bibbia 1649

Matteo 13 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

1. ORA in quel giorno stesso, Gesù, uscito di casa, si pose a sedere presso del mare.

2. E molte turbe si raunarono appresso di lui, talchè egli, entrato in una navicella, si pose a sedere; e tutta la moltitudine stava in piè in su la riva.

3. Ed egli ragionava loro molte cose, in parabole, dicendo: Ecco, un seminatore uscì fuori a seminare.

4. E mentre egli seminava, una parte della semenza cadde lungo la strada, e gli uccelli vennero, e la mangiarono tutta.

5. Ed un’altra cadde in luoghi pietrosi, ove non avea molta terra, e subito nacque, perciocchè non avea profondo terreno;

6. ma, essendo levato il sole, fu riarsa; e, perciocchè non avea radice, si seccò.

7. Ed un’altra cadde sopra le spine, e le spine crebbero, e l’affogarono.

8. Ed un’altra cadde in buona terra, e portò frutto, qual granel cento, qual sessanta, qual trenta.

9. Chi ha orecchie da udire, oda.

10. Allora i discepoli, accostatisi, gli dissero: Perchè parli loro in parabole?

11. Ed egli, rispondendo, disse loro: Perciocchè a voi è dato di conoscere i misteri del regno de’ cieli, ma a loro non è dato.

12. Perciocchè, a chiunque ha, sarà dato, ed egli soprabbonderà; ma, a chiunque non ha, eziandio quel ch’egli ha gli sarà tolto.

13. Perciò, parlo io loro in parabole, perchè veggendo non veggono, udendo non odono, e non intendono.

14. E si adempie in loro la profezia d’Isaia, che dice: Bene udirete, ma non intenderete; ben riguarderete, ma non vedrete.

15. Perciocchè il cuore di questo popolo è ingrassato, e odono gravemente con gli orecchi, e chiudono gli occhi; acciocchè non veggano con gli occhi, e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io non li sani.

16. Ma, beati gli occhi vostri, perchè veggono; e le vostre orecchie, perchè odono.

17. Perciocchè, io vi dico in verità, che molti profeti e giusti hanno desiderato di veder le cose che voi vedete e non le hanno vedute; e di udir le cose che voi udite, e non le hanno udite.

18. Voi dunque intendete la parabola del seminatore.

19. Quando alcuno ode la parola del regno, e non l’intende, il maligno viene, e rapisce ciò ch’era stato seminato nel cuor di esso. Un tale è la semenza seminata lungo la strada.

20. E colui che è seminato in luoghi pietrosi è colui che ode la parola, e subito con allegrezza la riceve;

21. ma non ha radice in sè, anzi è di corta durata: ed avvenendo tribolazione, o persecuzione, per la parola, incontanente è scandalezzato.

22. E colui che è seminato fra le spine è colui che ode la parola; ma la sollecitudine di questo secolo e l’inganno delle ricchezze, affogano la parola; ed essa diviene infruttuosa.

23. Ma colui che è seminato nella buona terra è colui che ode la parola, e l’intende; il quale ancora frutta, e fa qual cento, qual sessanta, qual trenta.

24. EGLI propose loro un’altra parabola, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un uomo che seminò buona semenza nel suo campo.

25. Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico, e seminò delle zizzanie per mezzo il grano, e se ne andò.

26. E quando l’erba fu nata, ed ebbe fatto frutto, allora apparvero eziandio le zizzanie.

27. E i servitori del padron di casa vennero a lui, e gli dissero: Signore, non hai tu seminata buona semenza nel tuo campo? onde avvien dunque che vi son delle zizzanie?

28. Ed egli disse loro: Un uomo nemico ha ciò fatto. E i servitori gli dissero: Vuoi dunque che andiamo, e le cogliamo?

29. Ma egli disse: No; che talora, cogliendo le zizzanie, non diradichiate insieme con esse il grano.

30. Lasciate crescere amendue insieme, infino alla mietitura; e nel tempo della mietitura, io dirò a’ mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci, per bruciarle; ma accogliete il grano nel mio granaio.

31. EGLI propose loro un’altra parabola, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un granel di senape, il quale un uomo prende, e lo semina nel suo campo.

32. Esso è bene il più piccolo di tutti i semi; ma quando è cresciuto è la maggiore di tutte l’erbe, e divien albero, talchè gli uccelli del cielo vengono, e si riparano ne’ suoi rami.

33. Egli disse loro un’altra parabola: Il regno de’ cieli è simile al lievito, il quale una donna prende, e lo ripone dentro tre staia di farina, finchè tutta sia levitata.

34. Tutte queste cose ragionò Gesù in parabole alle turbe; e non parlava loro senza parabola;

35. acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta: Io aprirò la mia bocca in parabole; io sgorgherò cose occulte fin dalla fondazione del mondo.

36. ALLORA Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo.

37. Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell’uomo.

38. E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno.

39. E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli.

40. Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo.

41. Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d’iniquità;

42. e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.

43. Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda.

44. DI nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, il quale un uomo, avendolo trovato, nasconde; e per l’allegrezza che ne ha, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e compera quel campo.

45. Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un uomo mercatante, il qual va cercando di belle perle.

46. E trovata una perla di gran prezzo, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e la compera.

47. Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad una rete gettata in mare, la qual raccoglie d’ogni maniera di cose.

48. E quando è piena, i pescatori la traggono fuori in sul lito; e postisi a sedere, raccolgono le cose buone ne’ lor vasi, e gettan via ciò che non val nulla.

49. Così avverrà nella fin del mondo: gli angeli usciranno, e metteranno da parte i malvagi d’infra i giusti;

50. e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.

51. Gesù disse loro: Avete voi intese tutte queste cose? Essi gli dissero: Sì, Signore.

52. Ed egli disse loro: Perciò ogni Scriba, ammaestrato per lo regno de’ cieli, è simile ad un padrone di casa, il qual trae fuori dal suo tesoro cose vecchie, e nuove.

53. ORA, quando Gesù ebbe finite queste parabole si dipartì di là.

54. Ed essendo venuto nella sua patria, li insegnava nella lor sinagoga, talchè essi stupivano, e dicevano: Onde viene a costui cotesta sapienza, e coteste potenti operazioni?

55. Non è costui il figliuolo del falegname? sua madre non si chiama ella Maria? e i suoi fratelli Giacomo, e Iose, e Simone, e Giuda?

56. E non son le sue sorelle tutte appresso di noi? onde vengono dunque a costui tutte queste cose?

57. Ed erano scandalizzati di lui. E Gesù disse loro: Niun profeta è sprezzato, se non nella sua patria, e in casa sua.

58. Ed egli non fece quivi molte potenti operazioni, per la loro incredulità.