Giovanni Diodati Bibbia 1649

Giobbe 6:10-21 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

10. Questa sarebbe pure ancora la mia consolazione, Benchè io arda di dolore, e ch’egli non mi risparmi, Che io non ho nascoste le parole del Santo.

11. Quale è la mia forza, per isperare? E quale è il termine che mi è posto, per prolungar l’aspettazione dell’anima mia?

12. La mia forza è ella come la forza delle pietre? La mia carne è ella di rame?

13. Non è egli così che io non ho più alcun ristoro in me? E che ogni modo di sussistere è cacciato lontan da me?

14. Benignità dovrebbe essere usata dall’amico inverso colui ch’è tutto strutto; Ma esso ha abbandonato il timor dell’Onnipotente,

15. I miei fratelli mi hanno fallito, a guisa di un ruscello, Come rapidi torrenti che trapassano via;

16. I quali sono scuri per lo ghiaccio; E sopra cui la neve si ammonzicchia;

17. Ma poi, al tempo che corrono, vengono meno, Quando sentono il caldo, spariscono dal luogo loro.

18. I sentieri del corso loro si contorcono, Essi si riducono a nulla, e si perdono.

19. Le schiere de’ viandanti di Tema li riguardavano, Le carovane di Seba ne aveano presa speranza;

20. Ma si vergognano di esservisi fidati; Essendo giunti fin là, sono confusi.

21. Perciocchè ora voi siete venuti a niente; Avete veduta la ruina, ed avete avuta paura.