Giovanni Diodati Bibbia 1649

Giobbe 33:6-20 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

6. Ecco, io sono a Dio, come tu; Anch’io sono stato tratto dal fango.

7. Ecco, il mio spavento non ti sgomenterà, E la mia mano non ti sarà grave addosso.

8. Tu hai pur detto, udendolo io, Ed io ho intesa la voce delle parole:

9. Io son puro, senza misfatto; Io son netto, e non vi è iniquità in me;

10. Ecco, egli trova delle occasioni contro a me; Egli mi reputa per suo nemico;

11. Egli ha messi i miei piedi ne’ ceppi, Egli spia tutti i miei sentieri.

12. Ecco, in questo tu non sei stato giusto; io ti risponderò; Perciocchè Iddio è vie maggiore che l’uomo.

13. Perchè hai tu conteso con lui, Perchè egli non dichiara tutte le sue ragioni?

14. Egli è ben vero, che talora Iddio parla una volta, E due, a chi non vi ha atteso.

15. In sogno, in vision notturna, Quando il più profondo sonno cade in su gli uomini, Quando essi son tutti sonnacchiosi sopra i lor letti;

16. Allora egli apre loro l’orecchio, E suggella il lor castigo;

17. Per istorre l’uomo dalle opere sue, E per far che la superbia dell’uomo non apparisca più;

18. Per iscampar l’anima sua dalla fossa, E far che la sua vita non passi per la spada.

19. Ma talora altresì l’uomo è castigato con dolori sopra il suo letto, E tutte le sue ossa di grave malattia;

20. E la sua vita gli fa abbominare il cibo, E l’anima sua la vivanda desiderabile;