Diodati Bibbia 1885

Fatti degli Apostoli 26:9-27 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

9. Ora dunque, quant'è a me, ben avea pensato che mi conveniva far molte cose contro al nome di Gesù il Nazareo.

10. Il che eziandio feci in Gerusalemme; ed avendone ricevuta la podestà da' principali sacerdoti, io serrai nelle prigioni molti de' santi; e, quando erano fatti morire, io vi diedi la mia voce.

11. E spesse volte, per tutte le sinagoghe, con pene li costrinsi a bestemmiare; ed infuriato oltre modo contro a loro, li perseguitai fin nelle città straniere.

12. Il che facendo, come io andava eziandio in Damasco, con la podestà, e commissione da parte de' principali sacerdoti, io vidi, o re, per lo cammino, di mezzo giorno,

13. una luce maggiore dello splendor del sole, la quale dal cielo lampeggiò intorno a me, ed a coloro che facevano il viaggio meco.

14. Ed essendo noi tutti caduti in terra, io udii una voce che mi parlò, e disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? ei ti è duro di ricalcitrar contro agli stimoli.

15. Ed io dissi: Chi sei tu, Signore? Ed egli disse: Io son Gesù, il qual tu perseguiti.

16. Ma levati, e sta' in piedi; perciocchè per questo ti sono apparito, per ordinarti ministro, e testimonio delle cose, le quali tu hai vedute; e di quelle ancora, per le quali io ti apparirò,

17. riscotendoti dal popolo, e dai Gentili, a' quali ora ti mando;

18. per aprir loro gli occhi, e convertirli dalle tenebre alla luce, e dalla podestà di Satana a Dio; acciocchè ricevano, per la fede in me, remission de' peccati, e sorte fra i santificati.

19. Perciò, o re Agrippa, io non sono stato disubbidiente alla celeste apparizione.

20. Anzi, prima a que' di Damasco, e poi in Gerusalemme, e per tutto il paese della Giudea, ed a' Gentili, ho annunziato che si ravveggano, e si convertano a Dio, facendo opere convenevoli al ravvedimento.

21. Per queste cose i Giudei, avendomi preso nel tempio, tentarono d'uccidermi.

22. Ma, per l'aiuto di Dio, son durato fino a questo giorno, testificando a piccoli ed a grandi; non dicendo nulla, dalle cose infuori che i profeti e Mosè hanno dette dovere avvenire.

23. Cioè: che il Cristo sofferirebbe; e ch'egli, ch'è il primo della risurrezion de' morti, annunzierebbe luce al popolo, ed a' Gentili.

24. Ora, mentre Paolo diceva queste cose a sua difesa, Festo disse ad alta voce: Paolo, tu farnetichi; le molte lettere ti mettono fuor del senno.

25. Ma egli disse: Io non farnetico, eccellentissimo Festo; anzi ragiono parole di verità, e di senno ben composto.

26. Perciocchè il re, al quale ancora parlo francamente, sa bene la verità di queste cose; imperocchè io non posso credere che alcuna di queste cose gli sia occulta; poichè questo non è stato fatto in un cantone.

27. O re Agrippa, credi tu a' profeti? io so che tu ci credi.