Diodati Bibbia 1885

Epistola di S. Paolo ai Romani 9:14-26 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

14. Che diremo adunque? Evvi egli iniquità in Dio? Così non sia.

15. Perciocchè egli dice a Mosè: Io avrò mercè di chi avrò mercè, e farò misericordia a chi farò misericordia.

16. Egli non è adunque di chi vuole, nè di chi corre, ma di Dio che fa misericordia.

17. Poichè la scrittura dice a Faraone: Per questo stesso ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza, ed acciocchè il mio nome sia predicato per tutta la terra.

18. Così, egli fa misericordia a chi egli vuole, e indura chi egli vuole.

19. Tu mi dirai adunque: Perchè si cruccia egli ancora? perciocchè, chi può resistere alla sua volontà?

20. Anzi, o uomo, chi sei tu, che replichi a Dio? la cosa formata dirà ella al formatore: Perchè mi hai fatta così?

21. Non ha il vasellaio la podestà sopra l'argilla, da fare d'una medesima massa un vaso ad onore, ed un altro a disonore?

22. Quanto meno se, volendo Iddio mostrar la sua ira, e far conoscere il suo potere, pure ha comportati con molta pazienza i vasi dell'ira, composti a perdizione?

23. Acciocchè ancora facesse conoscere le ricchezze della sua gloria sopra i vasi della misericordia, i quali egli ha innanzi preparati a gloria?

24. I quali eziandio ha chiamati, cioè noi, non sol d'infra i Giudei, ma anche d'infra i Gentili.

25. Siccome ancora egli dice in Osea: Io chiamerò Mio popolo, quel che non è mio popolo; ed Amata, quella che non è amata.

26. Ed avverrà che là dove era loro stato detto: Voi non siete mio popolo, saranno chiamati Figliuoli dell'Iddio vivente.