Diodati Bibbia 1885

Epistola di S. Paolo ai Romani 7:9-21 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

9. Perciocchè, senza la legge, il peccato è morto. E tempo fu, che io, senza la legge, era vivente; ma, essendo venuto il comandamento, il peccato rivisse, ed io morii.

10. Ed io trovai che il comandamento, che è a vita, esso mi tornava a morte.

11. Perciocchè il peccato, presa occasione per lo comandamento, m'ingannò, e per quello mi uccise.

12. Talchè, ben è la legge santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.

13. Mi è dunque ciò che è buono divenuto morte? Così non sia; anzi il peccato mi è divenuto morte, acciocchè apparisse esser peccato, operandomi la morte per quello che è buono; affinchè, per lo comandamento, il peccato sia reso estremamente peccante.

14. Perciocchè noi sappiamo che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto ad esser sottoposto al peccato.

15. Poichè io non riconosco ciò che io opero; perciocchè, non ciò che io voglio quello fo, ma, ciò che io odio quello fo.

16. Ora, se ciò che io non voglio, quello pur fo, io acconsento alla legge ch' ella è buona.

17. Ed ora non più io opero quello, anzi l'opera il peccato che abita in me.

18. Perciocchè io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poichè ben è in me il volere, ma di compiere il bene, io non ne trovo il modo.

19. Perciocchè, il bene che io voglio, io nol fo; ma il male che io non voglio, quello fo.

20. Ora, se ciò che io non voglio quello fo, non più io opero quello, anzi l'opera il peccato che abita in me.

21. Io mi trovo adunque sotto questa legge: che volendo fare il bene, il male è presso a me.