1-2. Iefte era un valente guerriero della regione di Gàlaad. Era nato da una prostituta. Ma suo padre Gàlaad ebbe anche altri figli dalla moglie, e quando essi diventarono grandi, costrinsero Iefte ad andar via di casa. Gli dissero: «Tu non erediterai niente da nostro padre, perché sei figlio di un’altra donna».
3. Iefte allora fuggì lontano dai suoi fratelli e andò a vivere nella regione di Tob. Attorno a lui si radunò un gruppo di sbandati che lo seguirono nei suoi colpi di mano.
4. In quei giorni gli Ammoniti fecero guerra agli Israeliti.
5. Quando cominciarono i combattimenti, le autorità della regione di Gàlaad andarono nella regione di Tob a chiamare Iefte.
6. E gli proposero:— Vieni. Accetta di essere il nostro comandante, e così potremo combattere gli Ammoniti.
7. Iefte rispose loro:— Voi mi avete odiato tanto da scacciarmi dalla casa di mio padre. Perché venite da me, ora che siete in difficoltà?
8. Le autorità di Gàlaad dissero:— Siamo venuti da te proprio per questo. Vieni con noi a combattere gli Ammoniti, e diventerai il capo di tutti gli abitanti di Gàlaad.
9. Iefte concluse:— Voi siete venuti a chiamarmi per combattere gli Ammoniti; se il Signore mi darà la vittoria, io resterò il vostro capo.
10. Le autorità di Gàlaad dissero:— D’accordo! Il Signore ci è testimone.
11. Iefte andò con loro. Il popolo lo fece comandante e capo. A Mispa, alla presenza del Signore, Iefte confermò l’accordo.
12. Poi Iefte mandò messaggeri a dire al re degli Ammoniti: «Che pretesto ti ho dato perché tu invada il mio territorio?».
13. Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: «Il motivo è questo: il popolo d’Israele, quando uscì dall’Egitto, occupò il mio territorio dal torrente Arnon fino al torrente Iabbok e al fiume Giordano. Ora restituiscimi subito queste terre pacificamente».
14. Iefte mandò di nuovo i suoi messaggeri dal re degli Ammoniti
15. con questa risposta: «Non è vero che Israele ha preso le terre dei Moabiti e degli Ammoniti.