9. Anche i Greci decisero di attaccare i Romani e di distruggerli.
10. I Romani, saputolo, mandarono contro di loro un solo generale. Li attaccarono e ne uccisero molti. Fecero prigionieri le loro donne e i loro figli e li portarono via come schiavi. Saccheggiarono i loro beni, conquistarono il loro paese e distrussero le loro fortezze. In questo modo imposero ai Greci una schiavitù che dura fino a oggi.
11. I Romani distrussero anche altri regni e sottomisero le isole che avevano opposto resistenza. Ma con i loro amici e con quelli che si fidavano di loro, i Romani mantennero la loro amicizia.
12. Essi avevano sottomesso i re vicini e quelli lontani. Perciò tutti quelli che ne sentivano parlare erano presi dalla paura.
13. Quelli che essi vogliono aiutare e far regnare, regnano. Sono diventati così potenti da poter deporre dal trono quelli che vogliono.
14. Con tutto ciò nessuno dei Romani si è fatto incoronare re, nessuno si è rivestito con la porpora.
15. Al contrario hanno eletto un senato dove ogni giorno 320 uomini si consultano sugli affari pubblici perché tutto vada bene.
16. Ogni anno affidano a un sol uomo il potere e l’incarico di governare su tutti i loro domini. Tutti ubbidiscono solo a lui e tra di loro non nascono né invidie né gelosie.
17. Allora Giuda Maccabeo scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni della ∆famiglia di Acco, e Giasone, figlio di ∆Eleàzaro, e li mandò a Roma per stringere amicizia e alleanza con i Romani.
18. Speravano così di essere liberati dal giogo dei Greci. Vedevano infatti che il dominio dei Greci aveva ridotto Israele a un popolo di schiavi.
19. Eupòlemo e Giasone, dopo un viaggio molto lungo, arrivarono a Roma. Entrati nel senato presero la parola:
20. «Giuda Maccabeo, i suoi fratelli e il popolo ebreo ci hanno inviati da voi per fare con voi alleanza e pace. Vogliamo essere vostri alleati e amici».
21. La proposta piacque ai presenti.
22. Il senato decise di far incidere la risposta su tavolette di bronzo e di mandarla a Gerusalemme per essere conservata come documento di pace e di alleanza. Ecco il testo della lettera:
23. «Ai Romani e al popolo ebreo auguriamo prosperità per terra e per mare! Lungi da loro la spada nemica!
24. Ma se scoppierà una guerra contro Roma o uno dei suoi alleati, in qualsiasi parte del suo territorio,
25. il popolo ebreo combatterà con loro lealmente, come lo suggeriranno le circostanze.